Sono stati dieci, i minuti di applausi che hanno
accompagnato la fatica partenopea dei sette ballerini della Shen
Wei Dance Arts, al termine dello spettacolo diretto dall’artista “sensazionalmente
fantasioso”, come lo ha definito il New York Times, Shen Wei (沈偉).
Nato nel 1968 nello Hunan da padre coreografo, oltre che
amante dell’opera occidentale e della secolare arte della calligrafia
orientale, e da madre produttrice teatrale, Shen Wei muove i suoi primi passi
in un mondo etereo fatto di arte e musica.
Vincitore di una borsa di studio, si trasferisce a New York per
studiare, e la sua sarà una parabola ascendente.
Nel 2008 torna in patria per dirigere e coreografare il segmento
“Scroll” delle Olimpiadi di Pechino, sotto la regia generale dell’acclamato
collega Zhang Yimou, ma il suo primo riconoscimento
internazionale risale addirittura al 1994.
E
questo artista non sembra essere mai sazio di Sapere, come ha dichiarato ai
microfoni dei giornalisti, citando Confucio.
Dal 21
al 26 luglio Shen Wei dirigerà uno spettacolo visuale unico al Teatro San Carlo
di Napoli, spettacolo in cui i ballerini da lui diretti eseguiranno coreografie
su una musica che gli occidentali conoscono bene: i Carmina Burana di Carl
Orff.
I
trentadue ballerini del corpo di ballo sancarlino e i sette danzatori della
Shen Wei Dance Arts si esibiranno su sfondi estremamente essenziali, cavallo di
battaglia dell’artista cinese, mentre i cori verranno eseguiti dal Coro di Voci
Bianche del Teatro San Carlo.
Il
risultato di due anni di lavoro è strabiliante, la prima un successo.
La
danza, per l’artista, è un linguaggio che né la musica né la parola possono
sostituire.
La
dedizione e l’impegno fusi in questo progetto altro non sono che spie di
un’animo appassionato, che vede la danza come veicolo di
emozioni e speculazioni.
La Ruota
della Fortuna attorno cui girano i Carmina Burana di Orff è secondo Shen Wei un
invito all’uomo contemporaneo a riscoprire l’essenziale, il trascorrere del
tempo e delle stagioni, in un susseguirsi di assoli – musicali e scenici – che
non hanno eguali, e che permettono di “toccare” la filosofia personale di un
artista a tutto tondo, unico nel suo genere e importante voce di una nazione
che cerca nell’arte quel singolo annichilito troppo spesso dal sistema.
Là dove l’improvvisazione trova addirittura libera uscita,
in un mondo in cui spesso ogni movimento di un ballerino è invece codificato e
studiato con attenzione, Shen Wei ci offre minuti di preziosa filosofia visiva,
in uno spettacolo che mescola le nuove frontiere di Oriente e Occidente.
FONTE: RaiNews24, Teatro di San Carlo, L'Huffington Post
Chiara Mastronardo