Quello che è successo in
Mongolia dall’inizio di maggio è una storia senza precedenti, dovuta forse alla
crisi economica che ormai è diventata di portata globale.
La credenza che rare
parti di animale abbiano poteri taumaturgici sembrava, se non estinta, ironicamente parlando, quantomeno
indebolita.
La polizia di frontiera
invece si è dovuta confrontare con un traffico prima sconosciuto, quello di
zampe di orso bruno. La specie, che in Cina è protetta dalle leggi per la
tutela degli animali, è stata messa a rischio da cacciatori di frodo e
trafficanti che, uniti all’insegna del profitto comune, hanno dato la caccia
agli esemplari e ne hanno amputato le zampe.
Ne sono state ritrovate
213, nascoste in un minivan che cercava di passare la frontiera fra Russia e
Cina.
Se in Russia questi
“rimedi” hanno un valore modesto, dalle zone della Mongolia in poi sono
ricercatissimi, arrivando a costare quasi dieci volte tanto: un profitto
notevole, per questi commercianti nomadi improvvisati.
A far scoprire il carico
illegale è stato il nervosismo del conducente del pulmino, che, cosa che ha
insospettito non poco la polizia di frontiera, controllava insistentemente
l’orologio.
Al giorno d’oggi si
penserebbe a carichi illegali di droga, perciò la sorpresa da parte delle
autorità è stata tanta quando sono stati rinvenuti gli arti mozzati agli
animali.
Zhang Xiaohai, un
ufficiale della Animals Asia Foundation, ha detto ai microfoni dei giornalisti
che il traffico di parti di animali rari è raddoppiato negli ultimi due anni.
In quella zona della
Mongolia, Manzhouli, ha inoltre preso piede l’usanza di regalare
zampe d’orso per eventi particolari, o di usarli come ingredienti speciali
nella cucina tradizionale.
Ci sono ancora parecchi
dubbi su chi possa permettersi regali tanto costosi, o pietanze tanto
prelibate, vista la crisi che sembra risparmiare solo poche zone della Cina, ma
tant’è.
Al momento i due
trafficanti russi sono detenuti in Cina, in attesa del processo. Il loro
guadagno si sarebbe aggirato intorno ai 2000 rubli per kg se avessero venduto
la merce in Russia; in Cina lo stesso kg vale invece circa 5000 yuan.
L’epilogo del loro
viaggio è stato nettamente diverso da quello che si aspettavano.
Ad oggi, questo è il più
grosso traffico del genere in territorio cinese, ed è diventato presto un caso
mediatico che ha portato le tv nazionali ad interessarti anche delle “bear
farms” e della loro gestione.
FONTE: BBC News China,
CCTV
FOTO: Chinanews.com
Chiara Mastronardo
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