martedì 9 luglio 2013

Zampe Sporche


Quello che è successo in Mongolia dall’inizio di maggio è una storia senza precedenti, dovuta forse alla crisi economica che ormai è diventata di portata globale.
La credenza che rare parti di animale abbiano poteri taumaturgici sembrava, se non estinta, ironicamente parlando, quantomeno indebolita.

La polizia di frontiera invece si è dovuta confrontare con un traffico prima sconosciuto, quello di zampe di orso bruno. La specie, che in Cina è protetta dalle leggi per la tutela degli animali, è stata messa a rischio da cacciatori di frodo e trafficanti che, uniti all’insegna del profitto comune, hanno dato la caccia agli esemplari e ne hanno amputato le zampe.
Ne sono state ritrovate 213, nascoste in un minivan che cercava di passare la frontiera fra Russia e Cina.



Se in Russia questi “rimedi” hanno un valore modesto, dalle zone della Mongolia in poi sono ricercatissimi, arrivando a costare quasi dieci volte tanto: un profitto notevole, per questi commercianti nomadi improvvisati.
A far scoprire il carico illegale è stato il nervosismo del conducente del pulmino, che, cosa che ha insospettito non poco la polizia di frontiera, controllava insistentemente l’orologio.
Al giorno d’oggi si penserebbe a carichi illegali di droga, perciò la sorpresa da parte delle autorità è stata tanta quando sono stati rinvenuti gli arti mozzati agli animali.

Zhang Xiaohai, un ufficiale della Animals Asia Foundation, ha detto ai microfoni dei giornalisti che il traffico di parti di animali rari è raddoppiato negli ultimi due anni.

In quella zona della Mongolia, Manzhouli, ha inoltre preso piede l’usanza di regalare zampe d’orso per eventi particolari, o di usarli come ingredienti speciali nella cucina tradizionale.
Ci sono ancora parecchi dubbi su chi possa permettersi regali tanto costosi, o pietanze tanto prelibate, vista la crisi che sembra risparmiare solo poche zone della Cina, ma tant’è.

Al momento i due trafficanti russi sono detenuti in Cina, in attesa del processo. Il loro guadagno si sarebbe aggirato intorno ai 2000 rubli per kg se avessero venduto la merce in Russia; in Cina lo stesso kg vale invece circa 5000 yuan.
L’epilogo del loro viaggio è stato nettamente diverso da quello che si aspettavano.

Ad oggi, questo è il più grosso traffico del genere in territorio cinese, ed è diventato presto un caso mediatico che ha portato le tv nazionali ad interessarti anche delle “bear farms” e della loro gestione.

FONTE: BBC News China, CCTV
FOTO: Chinanews.com

Chiara Mastronardo

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