sabato 15 febbraio 2014

元宵節 - Il Festival delle Lanterne

Le grandi celebrazioni per il capodanno cinese sono giunte al termine: con il quindicesimo giorno del nuovo mese lunare, la festa delle lanterne chiude il susseguirsi di feste e cortei che hanno tinto il mondo intero di colori. Fra dragoni e luci, l’anno del Cavallo ha finalmente cominciato il suo corso.
A Taiwan, nella Repubblica di Cina, la festa delle lanterne è itinerante, ciò significa che non ha luogo sempre nella stessa città. Quest’anno, il tipico librarsi della carta portatrice di desideri e buoni auspici ha avuto luogo in Pingxi, una cittadina poco fuori la capitale.
E’ stato comunque possibile ammirare le lanterne bianche in vari punti del centro città, primo fra tutti il suggestivo sito del Chiang Kai-Shek Memorial Hall.
Nonostante il freddo, erano molti i taiwanesi che per la strada hanno tenuto lanterne in mano, anche se a Taipei la festa è sentita in un modo meno tradizionale e più moderno rispetto ad altri centri.



Prendendo l’MRT, il sistema metropolitano della città, è possibile raggiungere diverse zone. La sera del 14 febbraio i night-market, i tipici mercati notturni, erano affollati (anche di giovani coppie uscite per festeggiare la più occidentale “festa degli innamorati”). Continuando il viaggio attraverso Taipei si può arrivare al capolinea della Red Line, una delle cinque linee che caratterizzano questo enorme ed eccezionale sistema di trasporto pubblico, uno dei migliori dell’Asia. La Chiang Kai-Shek Memorial Hall appare come uno snodo fondamentale per chiunque voglia raggiungere i punti più sensibili della città, e permette di arrivare alla fermata di 圓山 (Yuanshan). Qui ha luogo un grandissimo festival, dove per l’occasione era stata allestita una mostra molto particolare: ogni scuola aveva preparato il proprio carro delle lanterne, e i migliori sono stati esposti in una sorta di parco tematico. Molti altri carri avevano come tema l’anno del cavallo appena cominciato, e narrazioni tipiche del mondo dell’estremo oriente.


Ad accogliere i turisti all’ingresso si trovava la mascotte “Ah Dream”, un piccolo cavallo dal sorriso sgargiante che introduceva a questo magico mondo fatto di carta e desideri scritti in brillanti inchiostri. Ognuno poteva appendere il proprio vicino la Dhammacakka, la tipica ruota della fortuna, simbolo del Buddhismo. La Ruota simboleggia il girare della buona sorte, e con esso il continuo cambiamento della vita.


Per i turisti sicuramente il primo impatto può essere straniante, ma si fa presto l’abitudine agli sguardi estasiati dei bambini, e quelli un po’ sospetti dei genitori. In tutte quelle luci, ci si perde in un mondo dove l’immaginazione lascia spazio ad un diverso tipo di riflessioni. 
Dove persino gli alberi sono imbanditi di luci, ci si sente quasi sospesi in una realtà estremamente moderna e artificiale, ma allo stesso tempo fortemente legata a sentimenti radicati, che affondano le loro origini in anni antichi, in storie vecchie come quelle che quegli stessi carri di luci cercano di narrare ai bambini così come agli stranieri - che forse proprio come bambini, cercano di tradurre e comprendere didascalie e storie.




Il giro finisce subito dopo un grande concerto, l’area comincia a svuotarsi, i biglietti dei desideri sono esauriti, ormai tutti appesi, portatori di auspici verso le tante divinità che cominciano a spegnersi. Il giorno è finito, il festival della lanterne lascia spazio alla vita di tutti i giorni che ora può davvero ricominciare: la metro si riempie come durante un’ora di punta, e bisogna tornare a cavalcare l’onda per essere all’altezza dell’Anno del Cavallo.



Chiara Mastronardo e Martina Maruna  da Taiwan, Taipei

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