mercoledì 24 novembre 2010

Balzac e la piccola sarta cinese

BALZAC E LA PICCOLA SARTA CINESE
 Balzac e la piccola sarta cinese è il primo romanzo scritto da Dai Sijie, pubblicato in Francia nel 2000.



La storia è ambientata sulla montagna Phoenix, nella provincia del Sichuan, dove due ragazzi di città sono mandati in rieducazione per conoscere la dura vita dei contadini.
Sono gli anni della Rivoluzione Culturale, basata sulla mobilitazione di giovani ed universitari costretti ad autocritica e dimissioni, ed a periodi di rieducazione presso i villaggi contadini più sperduti.
Il narratore è un ragazzo di diciassette anni molto riservato, figlio di due “nemici del popolo”, che esce fuori dalla sua timidezza solo grazie all'aiuto del suo violino, che gli permette di distaccarsi dal mondo intorno ed alleviare le preoccupazioni. Il suo migliore amico si chiama Luo, figlio di un dentista che osò criticare Mao Tse Tung dopo avergli curato i denti, e perciò anch'egli definito “nemico del popolo”. I due giovani affrontano con fatica i pesanti incarichi che sono loro affidati: lavorano nelle miniere e nelle risaie sotto il sole cocente, trattati come “marmocchi di ricchi” e relegati in una piccola stanza sopra un porcile. A cambiare le loro vite sarà l'incontro con la figlia del sarto, “la più bella della montagna”, una giovane ragazza non istruita della quale entrambi di innamoreranno. Un giorno i due ragazzi scoprono nella stanza di un loro amico, chiamato Quattrocchi, una valigia piena di libri proibiti che susciteranno loro di nuovo la voglia di leggere, di sognare, di sperare. Consapevole del redimibile potere della grande letteratura, Luo giurerà di “trasformare la piccola sarta” attraverso la lettura, donandole una nuova visione della vita. Da semplice contadina, la piccola sarta, si fa desiderosa di conoscere il mondo, e si lascierà alle spalle il passato, perchè Balzac le ha fatto capire che “la bellezza di una donna è un tesoro inestimabile”.









Dai Sijie nasce a Chengdu, in Cina, nel 1954. Dal 1971 al 1974 viene spedito nella provincia del Sichuan in un campo di rieducazione, al ritorno dal quale potè concludere i suoi studi universitari di storia dell'arte.
Nel 1984 vinse una borsa di studio in Francia, dove tutt'oggi vive.
E' uno scrittore e regista affermato che, con Balzac e la piccola sarta cinese, ha venduto, solo in Francia, oltre duecentomila copie.


Dai Sijie conobbe la fine della Rivoluzione Culturale, quando la rivolta era meno violenta e la vita nelle montagne era “più assurda che crudele”, come afferma l'autore stesso. 
La vera rivoluzione la vissero i suoi genitori, la loro fu una storia lunga e dolorosa, iniziata nel 1966 e destinata a durare, successivamente, fino al 1976.


La sofferta sopravvivenza di Dai Sijie è raccontata e romanzata in questo suo primo romanzo, una storia della quale fu più testimone che protagonista: fu un suo amico a trovare i romanzi rubati e a raccontarli ad una contadina, che nel testo diventa la piccola sarta. La ragazza realmente si trasformò, ma il suo viaggio sarà una scelta lenta e tormentata, che la porterà più volte a tornare sui suoi passi. 
Sono simili alla realtà anche i genitori dei due protagonisti, definiti “nemici del popolo”, ma, come ricorda ironicamente lo scrittore, “il 5% dei cinesi erano nemici del popolo ed il 95% erano rivoluzionari – noi siamo stati fortunati, eravamo in quel 5%”.
La Rivoluzione Culturale scoppiò negli anni tra il 65 ed il 69, quando Mao Tse Tung si pose come obiettivo quello di conquistare il potere ed eliminare i suoi avversari politici. Nel giro di poco tempo intraprese un'offensiva scatenata dapprima contro gli ambienti letterari della capitale, poi contro le scuole e l'università, per poi degenerare in attacchi contro i simboli del passato, colpevoli di essere interpreti di una vecchia tradizione che ormai si configurava apertamente in contraddizione con la nuova generazione.Iniziò così la prima fase di mobilitazione “volontaria” di gruppi di giovani che si trasferirono nelle campagne per rieducarsi attraverso il contatto con le masse.Furono esperienze forti, che caratterizzano la generazione di artisti che oggi sono importanti in molti campi umanistici e scientifici.Come ricorda Dai Sijie, “anche nel campo dell'arte, scrittori, pittori, musicisti, tutti gli artisti famosi sono stati rieducati e non è un caso”.

Federica Agnese

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