martedì 16 novembre 2010

Napolitano chiude la mostra di Ricci a Macao

La Cina di un gesuita :
 il lungo viaggio di Matteo Ricci

Il gesuita Padre Matteo Ricci ha aperto la strada dello scambio interculturale tra Oriente ed Occidente e si festeggiano oggi i 400 anni dalla sua morte.
Sbarcato a Macao nel 1582, Li Madou, questo il nome cinese che scelse, dopo tre anni si stabilì a Nanchang, nella provincia Jiangxi, e solo nel 1588 sarà ricevuto per la prima volta alla corte di Pechino, dove risiedette definitivamente dal 1601.
L'opera di evangelizzazione, di cui si fece portavoce, lo portò a farsi “cinese tra i cinesi”, a vestire i panni di buddhista o indossare gli abiti dei letterati confuciani; studiò ed ammirò la cultura classica che riuscì ad acquisire grazie alle sue conoscenze matematiche, astronomiche e cartografiche. Motivato dall'osservazione che “qui si fa più con i libri che con le parole” condì la sua padronanza della conversazione cinese con dotte citazioni dei loro classici.
Grazie alla sua adesione alla cultura e alla civiltà della Cina, Ricci tracciò un sentiero di dialogo e conoscenza tra le due grandi culture, quella occidentale e quella orientale.





“Incontro di civiltà nella Cina dei Ming” è la mostra che si è conclusa il 31 ottobre a Macao, dopo la sua esibizione, nell'ordine, a Pechino, Shanghai e Nanchino.
La mostra documenta l'eccellenza e l'arte della cultura dell'Impero Ming attraverso l'esposizione di duecento opere, alcune delle quali segnarono il viaggio di Padre Li Madou, e provengono dai principali musei cinese ed italiani.


Napolitano chiude la mostra Ricci a Macao

La mostra è dedicata al missionario gesuita Matteo Ricci ed è stata realizzata dalla Regione Marche sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L'accurata selezione del contenuto della mostra è stata supervisionata da un'apposita Commissione presieduta dal direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci.
La commistione di opere italiane e cinesi ricostruisce gli eventi e ripercorre le orme di Matteo Ricci, mostrando al mondo il solido ponte che stabilì tra Occidente e Oriente.
Sono presenti, infatti, l'Italia di Raffaello con “L'eterno e angeli”, olio su tela proveniente dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia; le testimonianze delle passioni di Ricci per lo studio, con una pagina autografa dell'opera “Della entrata della Compagnia di Gesù e Christianità nella Cina” dall'archivio storico della Società di Gesù a Roma; per la scienza e la tecnica, con “L'orologio solare orizzontale” di Erasmus Habermel dalla collezione Koelliker di Milano; per la cartografia, con la gigantografia “Misteriosa mappa visiva delle due forme” stampata a Pechino nel 1603; per la religione, con il bronzo dorato della dinastia Ming “Sakyamuni”; per l'oggettistica, con bruciaprofumi in bronzo, porcellane blu e bianche di Jingdezhen, regno di Wanli; solo per fare pochi esempi.
In tale occasione, il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, con il curatore della mostra Filippo Mignini ed il dirigente del servizio internazionale della Regione Marche Raimondo Orsetti, hanno accolto la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Macao Museum of Art.
Il presidente, accompagnato dalla moglie Clio e dal figlio, ha voluto omaggiare la figura di Matteo Ricci visitando la mostra e deponendo una corona sulla sua tomba.
“Insegnava che nessuno può dare lezione ad altri, ma piuttosto accostarsi con comprensione e lungimiranza ad un mondo diverso” così lo ricorda il Presidente della Repubblica Italiana che, il 27 ottobre, è andato nel cimitero di Zhalan, nell'area che oggi appartiene all' Administrative College di Pechino, a rendere omaggio alla tomba del gesuita marchigiano.
“La visita di Giorgio Napolitano alla tomba di Ricci – ha dichiarato il Presidente del Comitato celebrazioni ricciane Adriano Ciaffi – rappresenta il riconoscimento alto dell'attualità e della rilevanza di tale figura ed il rinnovato incontro tra due civiltà e culture, avviato da Ricci più di 400 anni fa, nel cammino verso la collaborazione e la convivenza pacifica tra i popoli. (…) Non poteva esserci una conclusione migliore di quest'anno dedicato alle celebrazioni di Padre Matteo Ricci, che l'omaggio del Presidente della Repubblica quale riconoscimento alla grandezza del gesuita maceratese.”
A conclusione della visita culturale di Giorgio Napolitano, il Presidente della Regione Gian Mario Spacca lo ha così salutato : “La visita del Presidente Giorgio Napolitano è motivo di grande orgoglio e segno di grande considerazione per un'initiziativa culturale che contribuisce a rafforzare i legami con la Cina, nell'anno in cui si celebrano i 40 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica Popolare Cinese.”





Federica Agnese

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