domenica 21 novembre 2010

Napolitano a Pechino: l'economia mondiale

NAPOLITANO A PECHINO: LA CINA COME "LOCOMOTIVA DELL'ECONOMIA MONDIALE"
 
  


Tra i vari motivi che hanno portato il Presidente Napolitano in visita in Cina un posto particolare occupano quelli di politica economica. Sulla scia del crescente avvicinamento tra la regione Marche ed il mercato cinese nasce l'obiettivo di intensificare la cooperazione con il Paese di Mezzo.
La regione Marche, infatti, ha affiancato alle iniziative celebrative, promosse e favorite dal legame storico e culturale dei due paesi, uno sviluppo di forti sinergie con la Cina, accelerando l'avvio di scambi economici, culturali e istituzionali. "Per i cinesi il profilo istituzionale conta molto. (...) Perciò ci siamo presentati come sistema: regione, camera di commercio, università, ricercatori, tutti insieme" dichiara il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca. L'obiettivo non è solo quello di stringere un rapporto che, oggi, sul piano internazionale ha molta influenza, quanto quello di cogliere le opportunità che la Cina offre affinchè il suo mercato possa sopperire e dare nuove risorse alle piccole e medie imprese marchigiane. "La Cina oggi ci può insegnare molto, non è solo contraffazione. (...) E' un Paese in crescita, con nuove classi di reddito. Un'area strategica per le nostre imprese, che invece nei mercati tradizionali, italiano ed europeo, incontrano molte difficoltà. Ma non si tratta di delocalizzazione: andare a produrre lì a basso costo per vendere in Italia. Si tratta invece di internazionalizzazione: produrre in Cina i beni per quel mercato, reinvestendo poi gli utili di cassa, che così tornano in Italia" continua il Presidente Spacca. Durante il primo semestre del 2010 le esportazioni delle Marche verso la Cina hanno registrato un aumento del 22% rispetto allo scorso anno, puntando soprattutto sui settori degli elettrodomestici e meccanica, per un valore di 15 e 13 milioni di euro. Una politica, quella della regione italiana, che pare funzionare. "La nostra è una strategia di difesa attiva per l'innovazione e l'incremento della competitività delle nostre imprese. Per raggiungere l'obiettivo seguiamo tre strade: internazionalizzazione, esportazione e attrazione di investimenti cinesi nelle Marche" ha spiegato Spacca mostrando come la propria regione si apra e si espanda verso l'Oriente. Il resto dell'Italia non è in stallo, ma sta di fatto che gli italiani in Cina non fanno quasi più notizia. Soltanto da poco tempo, ben 129 imprese locali hanno ricevuto il via libera del Ministero del Commercio Estero cinese per investire in Italia, e così dalle piccole acquisizioni già concluse di Haier per lo stabilimento di frigoriferi in Veneto, Zoomlion per le macchine di edilizia della Cifa, l'investimento del gruppo Qianjiang con la Benelli di Pesaro, ora contiamo anche l'accordo della Huawei con la Vodafone per un progetto di banda larga nel nostro Paese, e l'arrivo della Industrial & Commercial bank of China (Icbc) che sta aprendo una sede a Milano. Si può parlare adesso di salto di qualità. Il Presidente Giorgio Napolitano, in visita di Stato a Pechino, in un discorso alla Scuola Centrale del Partito Comunista Cinese, ha parlato della difficoltà dell'Europa di riconoscere la realtà della Cina come economia di mercato. "Gli enormi progressi cinesi non si misurano solo nella sfera economica. Il cammino intrapreso dalla Cina sulla via delle riforme politiche, del rafforzamento dello Stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, così come dell'apertura e liberalizzazione dei mercati, è di fondamentale importanza per un'armoniosa integrazione in un sistema internazionale aperto e per una piena sintonia con l'Europa. Sono profondamente convinto che sia nell'interesse cinese portare avanti, in piena autonomia, questo processo" ha dichiarato Napolitano invitando i cinesi a "non sottovalutare l'Europa" e la potenzialità del suo progetto di integrazione regionale. L'Europa ha affrontato con successo un lungo percorso di integrazione che l'ha proiettata da protagonista sulla scena mondiale, ma motivazioni profonde di un altro carattere ne inibiscono ancora il funzionamento. "Abbiamo abbattutto molte barriere statali e istituzionali per riscoprire remore radicate più profondamente dentro di noi. Queste barriere sono spesso psicologiche. Vanno in controtendenza alle trasformazioni mondiali che rendono necessaria una "più Europa, non meno Europa" e che richiedono l'effettivo, conseguente riconoscimento del cambiamento intervenuto ed in atto negli equilibri mondiali" ha concluso il Presidente della Repubblica Italiana. Il viaggio diplomatico di Giorgio Napoitano in Cina ha accompagnato il monito, il messaggio di augurio non solo all'Italia, ma all'intera Europa, di poter stabilire "legami forti e duraturi di cooperazione". "Qui in Cina, sia l'Italia che l'Europa hanno una partita importante, il futuro" ha annunciato in chiusura Napolitano.

Federica Agnese

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